martedì 20 maggio 2014

L’essere umano è chiamato ai doveri prima che ai diritti


La disponibilità del potere politico a tempo illimitato è causa di ogni nocumento umano. Non si può lasciare, e per lungo tempo, che il potere di gestione della cosa pubblica viva in mano di pochi che lo gestiscono per il proprio beneficio clientelare, e a danno della collettività sofferente. Il sistema politico creato implode del suo stesso male: il clientelismo. Dove sono finiti i doveri? È lecito parlare solamente di diritti? Questo ha portato al garantismo illimitato che salvaguarda il malfattore a tutti i costi. Chi tutela le vittime che oltraggio hanno subito? Senza una pena certa da dare a chi crea danno agli altri, si alimenta sfiducia e rassegnazione e non più credito, invece, al nobile senso della giustizia umana.

mercoledì 7 maggio 2014

La proprietà privata compete alla natura sociale umana

Perché il sistema politico mitiga lo sviluppo economico? Perché frena in modo innaturale lo sviluppo delle imprenditorialità sui territori? Perché si è alimentato un senso distorto di economia che ha determinato lo schianto di interi Stati, quando invece l’unione degli Stati nell'Europa è vantaggio grandioso per lo sviluppo di ognuno, e si è scivolati verso una crisi mondiale, che ha causa proprio nell'uso contorto del denaro, di un sistema finanziario esploso per il suo stesso fine: soldi fanno soldi, fino a che, evanescenti come nubi, si sono liquefatti.

sabato 3 maggio 2014

La società politica non sostanza, piuttosto relazione per un bene comune

Con il linguaggio politico moderno è assai facile non avere conoscenza e comprensione di quanto si discute. È addirittura possibile rimanere nella più totale ignoranza delle cose, il motivo è dato dal fatto che nemmeno chi discute molte volte ha scienza e conoscenza di ciò di cui tratta. Consideriamo il termine di “Stato” per capire anche di che cosa noi ci nutriamo, se il nutrimento è di verità conoscitiva, capace di farci edificare e ragionare su eventuali mutamenti e opportunità di trattamenti nella vita del bene comune, oppure se il nutrimento è legato all’appagamento del momento del proprio bene del soggetto politico, con contorno di volontaria ignoranza delle cose e l’aggravante della permanente generalizzata non data conoscenza.