giovedì 2 febbraio 2017

L’ottusa chiusura dei sovranisti devasta ogni senso di umanità


Sembra paradossale, ma il mondo fantapolitico, alla fin fine, riesce ad essere sempre fedele a se stesso, incapace di migliorarsi, come fosse posseduto da un tarlo, impossibile ad estirparsi, soprattutto quando i nani si credono di essere giganti. I nuovi e antichi grossolani idioti, con relativa simil corte, sono alle porte. Ritorna attuale e inquietante l’esempio di legittimità negata nei più elementari diritti umani, diritti naturali. Le conquiste di lotte civili, di equità, il superamento dell’abominevole concezione di classi, le lotte dell’ultimo secolo di Mahatma Gandi, Martin Luther King, Aung San Suu Kyi, il rispetto delle culture religiose, sono pietra miliare del progresso della civiltà, di cui il buono dell’agire politico, nel mondo tutto, ha saputo far tesoro, superando idiosincrasie. Tuttavia, si cambiano d’abito, nuova cortina, e riappare l’idiozia dell’isolamento e del sovranismo ottuso: dove passano perdura rovina, grigiore, malcontento e separazione.

Come può l’aggressività dell’agire sconfiggere l’aggressività del terrorismo, l’involuzione economica che, di contro, così solo si alimentano? Perché rendere gli Stati dei penitenziari irrespirabili, e non alimentare l’integrazione tra le culture sane che può arricchire e rendere feconda l’esistenza umana? Ci vuole un genio per comprendere che la diversità culturale, religiosa è ricchezza di contenuti, e che non nelle gabbie protette l’uomo cresce piuttosto soffoca del suo niente, del suo egoismo.

È in tutti gli esseri umani il sangue che scorre nelle vene, è per tutti l’aria che respiriamo, è per tutti la fragilità della vita, e per tutti è la morte. È necessario penetrare nei significati delle cose e delle azioni umane, è necessario conformarsi e avere sensibilità d’approccio secondo l’indole e l’intelligenza di ciascuno. Ecco la particolare delicatezza di cui dovrebbe essere provvisto chi ha responsabilità di governo. Tuttavia, a chi in politica non sa dialogare, ignora il dato che cultura e dialogo sono la risposta all'evoluzione umana, e si chiude a riccio facendosi scudo dell’arroganza, imponendo soprusi, restringendo valichi di confine, incurante dell’umanità in sofferenza, supponendo così di risolvere problemi intra ed extra territorio, sordo ai richiami delle comunità che, pieni di lungimiranza, di contro, sanno accogliere, comprendono, e sono, sin dal medioevo, espressione di sviluppo e affermazione di società civile, a questa politica che non sa dialogare, ed egocentrica, consiglio la pratica di tre virtù speciali: obbedienza, umiltà, silenzio. Obbedienza, che non significa volgere il capo alle convinzioni scellerate e perpetrate a danno della dignità e della libertà della persona e dei territori, piuttosto comporta il mettersi in ascolto, capacità di agire con buon senso, soprattutto con conoscenza; Umiltà, che implica avere la reale percezione dei propri limiti, fragilità e fallibilità; Silenzio, che richiede sobrietà dell’agire, proprietà di linguaggio, soprattutto non esprime vuoto mentale o assenza di proposte di costrutto – come invece emerge dai redivivi inutili idioti bramosi di potere – piuttosto è virtù che rappresenta la maniera attraverso cui le proposte maturano.

Riportare al centro della politica il valore delle persone, non delle etnie, è questa la visione che innova, ispira slancio e sviluppo, non alza muri, non chiude porte. Lo scopo non è quello di cambiare e limitare i territori, di snaturare il mercato delle competenze e competitività, ma di affrontarlo con uno spirito diverso, più pronto all'ascolto e quindi più preparato a cogliere le giuste occasioni. Innovate intelligenze, con il senso del sacro, profondo, ben chiaro e non strumentale, possono fare risvegliare il mondo dall'ipocrisia. Formare, alimentare in conoscenza l’umano è possibile, rinsavire l’anima e i cuori non barattandoli con il profitto, rendendosi consapevoli che se si nasce un pò più fortunati, per possibilità economiche, per capacità d’intelletto, per luogo di origine, di quella fortuna è necessario rendere parte gli altri, diversamente si muore prima. Soprattutto, è necessario essere consapevoli che ieri è storia, e insegna che le assurde e scellerate tragedie non si devono ripetere; che l’oggi è un dono, per questo si chiama presente, e per questo tocca a noi non barattarlo con il nulla, che solo nega ogni speranza; che il domani è vita solo se mai priva di libertà!

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